oriżżónte s. m. [dal lat. horīzon -ontis, gr. ὁρίζων -οντος, propr. part. pres. di ὁρίζω «limitare» (sottint. κύκλος «circolo»)]. – 1. a. La linea apparente, a forma di cerchio o di arco di cerchio, lungo la quale, in un luogo aperto e pianeggiante, il cielo sembra toccare la terra o il mare.

In molte località, l’orizzonte è oscurato da alberi, edifici, montagne, ecc. e l’intersezione risultante tra terra e cielo si chiama orizzonte visibile.

L’orizzonte è il limite di una ricerca o di un concetto, ciò che contiene ogni cosa entro di sé e delimita un certo significato. L’orizzonte rappresenta sempre un limite, qualora infatti si sposti il punto di vista, il limite si sposterà assieme a lui.

Non si tratta che di una linea immaginaria, che sta solo negli occhi di chi guarda, limite ultimo verso cui si può spingere la vista, il senso umano che giunge più lontano, segnato dalle vette dei monti o dai dorsi delle colline, o sfumato nella pianura o nel mare dalla rotondità della sfera terrestre.

Nel suo cerchio più o meno spezzato suggerisce al senso dell’osservatore di esserne il centro, tracciandogli intorno un ambiente circolare, riecheggiando la sua centralità nella sua vita, il suo proprio punto di vista che si sposta e agisce nel mondo.

Orizzonte come punto di arrivo, obiettivo massimo della vita, sogno irrealizzabile almeno così come immaginato.

Orizzonte visibile come quotidianità, difficoltà più o meno importanti che ogni giorno ci troviamo ad affrontare e che potrebbero apparire insormontabili, fino a scoprire che, quasi sempre, è sufficiente cambiare strada o spostare il proprio punto di vista.

Spesso preferiamo rimanere comodamente sdraiati e compiacerci di ciò che è stato, di quanto di buono abbiamo fatto, piuttosto che guardare avanti, porci degli obiettivi ed avanzare verso il nostro orizzonte.

A volte incontriamo dei compagni di viaggio, con cui condividere tratti più o meno lunghi del nostro percorso, altre volte invece seguiamo esempi, spesso irraggiungibili ma che ci segnano la via e ci danno la forza per proseguire anche quando tutto sembra prendere il verso sbagliato.

Il nostro procedere sarà inevitabilmente guidato dalle esperienze, dai luoghi che abbiamo visitato, dalle persone che abbiamo incontrato, dal nostro vissuto, dalla nostra memoria; ma lo sguardo dovrà essere proteso in avanti, verso ciò che dobbiamo ancora fare, verso il luogo in cui vorremmo arrivare.

Queste immagini sono parte fondamentale della ricerca del mio personale orizzonte, il sentiero sul quale mi sono trovato a camminare, a volte con una visione nitida, altre volte procedendo casualmente lasciandomi guidare dalla memoria.

Quando credi di aver chiaro quale sarà il tuo percorso, improvvisamente ti ritrovi davanti ad un muro e ci sbatti così forte da perdere ogni riferimento, l’impressione è quella di non riuscire a superare quell’orizzonte visibile, tanto vicino da non lasciarti intravedere altre vie.

Poi capisci che l’unica soluzione per procedere è cambiare prospettiva, alzare il punto di vista così tanto da riuscire a vedere oltre quel muro nuovi sentieri, nuovi obiettivi e inevitabilmente un nuovo orizzonte.

Riparti, con la cautela di chi ha sofferto ma anche con la consapevolezza che la tua memoria traccerà un segno, indispensabile punto di riferimento per chi ti segue e ancora sta cercando la propria strada.

Ognuno di noi lascia tracce mentre cammina verso il proprio orizzonte.